Un’indagine a tutto campo sul lavoro culturale di Enrico Filippini (Cevio 1932 – Roma 1988), sullo sfondo di anni decisivi (1950-1990) per l’apertura dell’Italia a un orizzonte internazionale. I dodici contributi esplorano gli esordi di Filippini in Ticino; l’incontro a Milano con Antonio Banfi, Enzo Paci e la fenomenologia; il lavoro nell’editoria; la sua importante mediazione tra la cultura mitteleuropea e quella italiana, attraverso la traduzione di Husserl, Benjamin, Binswanger. Meno noti, e qui per la prima volta approfonditi, i rapporti con la Francia, la Spagna e l’America latina. Documenti e testimonianze inedite chiariscono l’attività letteraria di Filippini e il ruolo d’intermediario che ebbe tra l’editoria e la Neoavanguardia, importante per la fondazione del Gruppo 63. Emergono inoltre nuovi elementi sulla produzione giornalistica di Filippini a “la Repubblica”, articoli che, come pochi altri, hanno saputo raccontare la “cultura della crisi” e il “moderno”.
Massimo Danzi insegna Letteratura italiana all’Università di Ginevra. Si occupa soprattutto di tardo Medioevo e Rinascimento (Petrarca, Alberti, Bembo e la tradizione lirica), a volte in una prospettiva di storia delle idee e delle pratiche sociali (storia della famiglia in Antico Regime, delle biblioteche e della letteratura termale). Condirige la rivista di studi rinascimentali «Italique», è presidente della “Fondation Barbier-Mueller pour l’Étude de la poésie italienne de la Renaissance” di Ginevra.
Marino Fuchs insegna all’Istituto di Lingua e Letteratura italiana dell’Università di Berna. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca all’Università di Losanna. I suoi interessi comprendono la letteratura contemporanea, la storia dell’editoria, lo studio e la valorizzazione degli archivi di intellettuali del Novecento. È autore di una monografia su Enrico Filippini e per Mimesis ha curato Cosa capita nel mondo, il carteggio tra Edoardo Sanguineti ed Enrico Filippini.